Rocca Imperiale - Il Paese del Cinema
Tra le eccellenze di Rocca Imperiale da meno tempo, ma con un fragore che ha scosso l'intera area geografica, è entrato a pieno diritto Il Cinema.
Per la prima volta le telecamere di una delle più importanti e storiche emittenti televisive italiane, se non la prima in assoluto, sono approdate in quello che è stato definito dallo stesso maestro un "set naturale all'aperto". Si perché la firma dell'autore è una firma autorevole, di quelle che oltrepassano gli oceani, la firma del maestro Pupi Avati.
Rocca è stata scelta tra decine di location per la realizzazione di una pellicola che unisce gli ideali ed il "miracolo" religioso, con le problematiche attuali dalle quali il nostro sud Italia non riesce ad allontanarsi, e che tanto fanno male alla terra ed all'Uomo. La cittadinanza ha accolto in festa il regista ed il suo seguito, felici di una nuova avventura per il loro piccolo tesoro che tanto merita di farsi conoscere, e che incanta tutti coloro che decidono di posare gli occhi sulla Rocca.
Un film forte, pieno di significati allegorici immersi in una realtà moderna e contorta, che una firma autorevole come quella di Avati ha intrecciato in maniera nuova. Un film discusso e compreso solo con il tempo come tutte le grandi opere, che ha smosso gli animi delle popolazioni di queste terre con reazioni a volte di diniego ma surclassate dalla presa d'atto di essere stati privilegiati spettatori in diretta di una creazione cinematografica che avrà corso e seguito nel tempo. Il cinema è il modo più istintivo e diretto per entrare nelle case e nel cuore di coloro che nulla sanno e conoscono di noi.
90 minuti in cui Rocca Imperiale, con i suoi luoghi i suoi panorami, è entrata negli occhi e nel cuore di 4 milioni 284 mila spettatori e uno share del 17.48%, superando anche i confini della nostra Italia, partecipando alla quinta edizione dell’Italian Contemporary Film Festival (ICFF) "Toronto dal 9 al 17 giugno 2016".
Un anno dopo i risultati di quello che rimarrà agli atti della storia come il "primo film a rocca imperiale", da gia i suoi risultati e sono numericamente evidenti, gli arrivi sono aumentati significativamente grazie a questo film, migliaia di persone semplicemente perché sono rimasti affascinati di quei luoghi, visti a sfondo di una storia, hanno deciso di conoscere quei luoghi.
È stato presentato venerdì 4 dicembre 2015 alle 16.00 in Vaticano, presso la nuova sala cinema della Filmoteca Vaticana, il film TV di Pupi Avati Le nozze di Laura, in onda lunedì 7 dicembre 2015 su Rai Uno. Alla presenza di Claudia Di Giovanni (Delegata della Filmoteca Vaticana), e con i saluti iniziali di S.E. mons. Giovanni Angelo Becciu (Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato) e di mons. Dario Edoardo Viganò (Prefetto per la Segreteria della Comunicazione), il regista bolognese ha mostrato in anteprima il suo ultimo lavoro televisivo, il racconto attualizzato dell’episodio evangelico delle Nozze di Cana.
Per Rai Uno Avati ha firmato con successo negli ultimi anni sia i film TV Il bambino cattivo (2013) e Con il sole negli occhi (2015), nonché la miniserie in sei puntate Un matrimonio (2013), vincitrice del Premio Navicella per la Fiction RdC Awards della Fondazione Ente dello Spettacolo – Rivista del Cinematografo.
Con Le nozze di Laura Avati presenta la storia della giovane calabrese Laura (Marta Iagatti) che durante i suoi studi a Roma rimane incinta; sola e senza sostegno la ragazza fa ritorno a casa, a Rocca Imperiale, cercando di rifarsi un futuro in paese. Nell’azienda agricola di suo padre, Laura conosce Karimu (Valentino Agunu), immigrato del Ciad che lavora come raccoglitore stagionale di agrumi mentre porta avanti gli studi in Medicina a Bologna. È subito amore tra i due, ma anche forte pregiudizio e conflitto in famiglia, nella comunità del Paese. Lo scenario si complica quando Laura rivela di essere anche incinta.
“Ho sempre immaginato le nozze di Cana come un banchetto notturno all’aperto – sottolinea così Pupi Avati – nella meraviglia delle luci degli uomini e di quelle di un grande cielo stellato. Lì, in quel contesto fuori del tempo, il ragazzo probabilmente considerato strano, con pochi amici altrettanto strani ma sedotti dalla sua parola, si disvela. Sollecitato dalla madre compie il suo primo miracolo. Il miracolo più modesto dell’intero Vangelo se comparato alle resurrezioni, alla vista ridata ai ciechi, allo sfamare le grandi masse e ai tanti prodigi disseminati lungo la narrazione. Di fronte a una situazione che produrrebbe enorme disagio agli sposi e ai loro congiunti, l’acqua viene trasformata nel più prelibato dei vini”.
Con uno sguardo attento e una raffinata sensibilità, Pupi Avati con la sua opera tratteggia dei chiari rimandi al Vangelo, in un interessante percorso di attualizzazione di episodi e parabole legati a Gesù. Oltre a tali suggestioni, il regista bolognese presenta dei riferimenti alla realtà socioculturale contemporanea, al tema dell’immigrazione e dell’integrazione, dell’incontro con l’altro, conservando per il piccolo schermo quel suo sguardo poetico, tratto distintivo del suo cinema.
Il progetto del film Le nozze di Laura sembra pertanto aprire a un percorso di trasposizione ben più ampio: “ho cercato di raccontare Gesù e due apostoli – ha dichiarato Avati – attraverso una storia che entra con un po’ di cautela nel territorio sacro. Quando tocchi certi temi bisogna togliersi i sandali. La formula del film tv è ambigua: rischi di essere bocciato in una serata. O ci sei o non ci sei. Mi auguro di avere l’opportunità di raccontare altre storie ispirate al Vangelo nell’oggi”.
Intervista a Pupi Avati
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